Serginho: "Svapo, il mio figlio è morto" - Il dolore di un padre
Il mondo del calcio è in lutto. Serginho, ex calciatore di Milan e Brasile, ha perso il suo figlio Kaio, di soli 14 anni, a causa di un problema respiratorio legato al vaping.
"Svapo, il mio figlio è morto", ha detto Serginho, con la voce rotta dal dolore, in un'intervista rilasciata al quotidiano italiano La Gazzetta dello Sport. "Kaio era un ragazzo sano, pieno di vita. Amava il calcio, amava la vita. Ora non c'è più, e io non so come andare avanti".
La tragedia ha colpito tutti coloro che conoscevano Kaio, un ragazzo pieno di energia e talento, che aveva ereditato la passione per il calcio dal padre. Serginho ha denunciato la pericolosità del vaping, un fenomeno in crescita tra i giovani, e ha chiesto alle autorità di intervenire per regolamentare l'uso di queste sigarette elettroniche.
"Non voglio che la storia di Kaio sia dimenticata", ha aggiunto Serginho. "Voglio che la gente capisca i pericoli del vaping, che non è un gioco. È un'arma letale, che può uccidere. Il mio figlio è morto, e non voglio che altri genitori debbano provare il mio dolore".
La morte di Kaio ha riacceso il dibattito sul vaping, una pratica sempre più diffusa tra i giovani, soprattutto in Italia. I medici mettono in guardia sui rischi per la salute associati all'uso di sigarette elettroniche, che possono causare problemi respiratori, danni ai polmoni e anche dipendenza dalla nicotina.
La tragedia di Kaio è un monito per tutti, un appello alla prudenza e alla consapevolezza. La vita è un dono prezioso, e dobbiamo proteggerla da ogni tipo di pericolo.
Serginho, con la sua storia di dolore e perdita, ci ricorda la fragilità della vita e la necessità di educare i giovani sui rischi legati al vaping. Il suo appello è chiaro: "Non lasciate che la storia di mio figlio sia dimenticata".
